Negli anni Settanta FIAT per gli americani era l'acronimo di 'Fix It Again Tony'. La traduzione? 'Aggiustala ancora Antonio', era questa la nomea della berlina italiana: si rompevano sempre, erano invase dalla ruggine. Un disastro, al punto che la FIAT, intesa come Fabbrica Italiana Automobili Torino, lasciò l'America. All'epoca, ma nemmeno qualche anno fa, nessuno poteva immaginarsi che il ritorno negli States del marchio italiano si trasfomasse in una marcia trionfale.
Qualche settimana fa la CBS su '60 Minutes', il news magazine televisivo più popolare della tivù americana, uno dei più grandi show 'all time' nella storia del piccolo schermo, che va in onda dal 1968, ha trasmesso un servizio tutto dedicato alla FIAT e a Sergio Marchionne, l'autore del miracolo. Sì, perchè tre anni fa la Chrysler stava per scomparire, fallire, sparire dalla scena sommersa dai debiti. L'unica speranza per provare a rimanere a galla l'impopolare prestito firmato dal governo USA e quello canadese, ma anche quello da solo non poteva bastare a far respirare il glorioso marchio fondato da Walter Chrysler il 6 giugno del 1925.
Ecco allora lo sbarco in America della FIAT con i grandi progetti dell'AD dell'azienda italiana Sergio Marchionne (che ora è presidente della Chrysler) con i grandi dubbi di chi ancora si ricordava 'Fix It Again Tony', con i sorrisi di chi non credeva al ritorno negli States di un marchio che se n'era andato, trent'anni prima tra l'indifferenza e accompagnato da una nomea che togliersi dal 'cofano' non era certo facile.
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