Molte delle frontiere poste davanti al Maggiolino Volkswagen sono state valicate ampiamente, nei circa sessanta anni di produzione del mitico Beetle. Eppure, le curve mitiche della vettura tedesca - che in ogni paese in cui è esportata, prodotta o semplicemente utilizzata ha un nomignolo diverso, che da noi è maggiolino - sono fascinose per ogni ambito della cultura popolare che si esprime sotto in diversi canali: cinema, letteratura e arte. E proprio in quest’ultimo ambito le peculiari e duttili caratteristiche di design e arte che sono proprie del maggiolino trovano un’applicazione quantomeno bizzarra ma molto piacevole.
Infatti una breve ricerca su Google Immagini ci mostra diverse opere di artisti che hanno utilizzato vecchie carrozzerie di maggiolini o hanno semplicemente ricostruito la carrozzeria originaria per scopi artistici. In Italia, ad esempio, durante una nota fiera di botanica tenutasi in provincia di Savona il mezzo tedesco è stato interamente ricoperto e tappezzato di muschio rosso sui vetri e verde sulla carrozzeria (nella foto): il cartello ‘non calpestare le aiuole’ è ben azzeccato. Alla Tate Modern - galleria d’arte moderna a Londra allestita all’interno di una Centrale Termoelettrica in disuso - in Maggiolino è stato smembrato in ogni suo componente: i pezzi sono poi stati appesi al soffitto con dei tiranti di metallo creando un effetto di sospenzione 3D molto suggestivo.
Ma non solamente gli artisti hanno utilizzato le mitiche forme tondeggianti del maggiolino: una contessa dello Yorkshire ha commissionato ad un artigiano la decorazione della propria automobile in ferro battuto: il risultato è un lavoro da fabbri molto artistico che rende il pezzo unico al mondo - e tuttora funzionante. La Volkswagen ha consegnato alla cultura artistica popolare un oggetto-spunto per liberare immaginazione e arte.
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